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…Ma voi, indossereste cuffie audio non proprio pulite e nuove?
…Ma voi, indossereste cuffie audio non proprio pulite e nuove?
Si organizzano mostre ed esposizioni anche interessanti, con contenuti video di livello… e poi troviamo accanto ai monitor una cuffia spelacchiata e neanche troppo pulita.
È possibile risolvere in modo semplice una richiesta ragionevole come il poter ascoltare bene senza indossare ciò che hanno già usato decine di persone prima di te? E come?
Penso che architetti e system integrator possano essere sensibili a nuovi approcci al problema dell’audio direttivo, peraltro risolto con successo in svariate mostre ed eventi commerciali in tutto il mondo.
Se si devono supportare immagini con contenuti audio dedicati, le casse audio tradizionali disturbano e creano confusione – quindi bisognerebbe usare cuffie audio.
Ma voi, indossereste delle cuffie audio non proprio pulite e nuove?
Nelle maggior parte dei casi i visitatori danno questa risposta:
- No, mi rifiuto di indossare una cuffia che è stata usata da estranei , non è igienica.
- Avvicino la cuffia al viso, ma non la indosso
- La pulisco con una salvietta,… improbabile.
- Non sono schizzinoso e la indosso
In tre casi su quattro, il lavoro di chi ha organizzato la mostra non può essere apprezzato fino in fondo!
Il punto essenziale è che l’investimento fatto per i contenuti audio viene sprecato o non valorizzato e che gli utenti non godono fino in fondo dell’esperienza e potrebbero anche sentirsi in parte delusi.
Dall’altra parte, qualcuno potrebbe pensare che, una volta che l’utente ha pagato il biglietto, è responsabile delle proprie scelte: se non vuole indossare le cuffie e non vuole ascoltare i contenuti… in fondo è un problema suo.
Sappiamo però che è un un discorso miope sul lungo periodo, infatti qualunque utente soddisfatto è in definitiva la miglior pubblicità “porta a porta” che ci sia, e volersi privare di un’opportunità simile può trasformarsi in un boomerang.
Ma insomma, io semplice visitatore come faccio ad ascoltare l’audio senza indossare una cuffia ed evitando di rompere le scatole al mio vicino che sta guardando qualcos’altro?
Semplice: la soluzione sono le casse direttive o le visite guidate.
Le visite guidate sembrano la soluzione più semplice: si possono igienizzare, ma ne servono molte, e ci vuole un ricevitore per ogni ascoltatore. A una mostra con un’alta affluenza di pubblico, il costo potrebbe incidere troppo sul costo del biglietto, il quale viceversa deve avere un costo ragionevole, se si vuole che visitino in molti.
Le casse direttive allora. Ma sono tutte uguali? E soprattutto, funzionano?
Ovviamente non sono tutte uguali, ma funzionano, e anche bene, come potete sentire Qui .
Le casse direttive, come dice il nome, concentrano il suono in una sola direzione e arrivano a farsi sentire anche a 20 metri di distanza, con potenze relativamente basse e riducendo al minimo le influenze esterne.
Come scegliere allora quella che incontra le esigenze del pubblico, ma specialmente, perché?
Le tipologie principali sono 3 : Le casse “a campana” , le “docce sonore” e quelle “a ultrasuoni”.
Quelle “a campana” sono le prime usate, ancora in commercio da parecchi produttori: hanno lo svantaggio di avere una qualità audio un po’ “scatolata”, tipo una cornetta telefonica .
Il vantaggio è di essere visibili all’utente medio e di indicare da sole che vi è qualcosa da ascoltare.
Le “docce sonore” sono relativamente giovani, una decina d’anni o poco più, anche se la tecnologia su cui si basano è conosciuta da molto più tempo. Hanno una qualità audio migliore, che rende l’ascolto piacevole e molto intellegibile e ne esistono di varie misure, cosa che permette di coprire con la massima precisione l’area scelta.
Si possono nascondere molto bene nell’ambiente, anche se a volte essere invisibili non è poi così utile: andrebbero segnalate, visto che assomigliano a pannelli piatti, tipo quadri (e qualcuno li ha dipinti, infatti).I modelli “a ultrasuoni” sono quelli più recenti: sono le casse più puntuali che esistano, degne di un vero “audio fantasma” e proprio per questo sono indirizzate a pochi ascoltatori alla volta, con un volume inadatto a luoghi rumorosi.
Lavorando su frequenze ultrasoniche, necessitano di accorgimenti particolari nell’installazione, dovendo evitare le riflessioni sui materiali rigidi circostanti per non diffondere il suono in luoghi troppo distanti da quello di origine.
Si usano normalmente per “sorprendere” il visitatore, che non si aspetta di udire nulla e non capisce da dove arriva il suono.
Qui non farsi vedere è essenziale.
Per concludere, nel caso in questione, la soluzione delle casse direttive risulta essere la soluzione migliore a costi ragionevoli, anche a noleggio… E non c’è bisogno di indossare niente!
E non finisce qui. Sapevate che l’audio direttivo trova molte applicazioni anche nei centri commerciali?
Ne parleremo la prossima volta.
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